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SERRONE
SERRONE SERRONE SERRONE

L’origine del nome Serrone è fatto risalire all’antico “serroni”, che evoca i dorsi rocciosi e accidentati dell’Appennino centrale e che caratterizzano i pendii e le falde del Monte Scalambra su cui, a metà costa, sorse in epoche oscure il nucleo originario del paese.
Nell’antichità preromana, il territorio fu abitato dagli Ernici, che vi stabilirono un “oppido” (villaggio fortificato) in località “Lesca”, certamente a difesa della città sacra di Anagni.

Nel periodo imperiale numerose ville rustiche sorsero nel territorio, come testimoniano i resti, risalenti al III secolo d.C., rinvenuti in località “Grotte”. Questi insediamenti furono certamente favoriti dalla presenza di importanti vie di comunicazione, civili e militari, che collegavano la capitale dell’impero con Trevi, Subiaco e Vallepietra. Con la decadenza dell’impero romano, una comunità cristiana risiedeva ancora in località “S. Quirico”, come testimonia la presenza di un cimitero cristiano nei pressi della Chiesa della stessa località.

I secoli bui dell’alto medioevo, caratterizzati da guerre, pestilenze e carestie, spinsero la popolazione a riunirsi in ville rustiche, inaccessibili e lontane dalle grandi vie di comunicazione. Con l’incastellamento delle ville rustiche, fenomeno che caratterizzò la campagna romana a partire dal VI secolo, un primo nucleo abitato e fortificato sorse dunque sulle pendici del M. Scalambra.

Nel X secolo il territorio era sotto la giurisdizione dei Benedettini di Subiaco, che introdussero il culto di S. Michele Arcangelo, con una chiesetta a lui dedicata, posta alla sommità del M. Scalambra.
Il più antico documento che testimonia l’esistenza del paese è del 1085 ed è contenuto nel REGESTO SUBLACENSE. In esso Trasmondo signore di Paliano, figlio di Amato, dei conti di Segni, dona all’abbazia di Subiaco tutti i suoi possedimenti in Paliano, Serrone e Trevi.

In realtà, a parte brevi periodi, il paese fu sotto la diretta giurisdizione dei Papi per tutto il medioevo, costituendo con Paliano una “castellania della chiesa”, cioè un sistema fortificato a guardia della campagna romana. Per questo motivo i romani, ribelli all’autorità del pontefice, bruciarono nel 1184 i castelli di Paliano e Serrone (Cronaca di Fossanova).

E’ di questo periodo (1233) la concessione, da parte del pontefice Gregorio IX, dello “statuto comunale”, raccolta di regolamenti, usi e consuetudini che accompagnerà, anche se con successive modifiche, la vita di SERRONE fino al 1815.

A partire dal XIII secolo, la necessità dei papi di costituire, a sostegno del loro potere, dei potentati locali per l’amministrazione della campagna, determinò il progressivo infeudamento delle città e dei paesi fino ad allora liberi comuni.
Nel 1378 il Pontefice concesse Serrone, come feudo, alla famiglia Conti, di Segni.

Nel 1427 inizia la signoria della famiglia Colonna che culminerà nel 1569 con l’istituzione del principato di Paliano, comprendente anche Serrone.

Sotto la signoria della famiglia Colonna, iniziò per il paese, a parte le devastazioni subite durante la “guerra di Campagna” del 1556, un lungo periodo di pace e di sviluppo, interrotto soltanto dalle periodiche epidemie (la peste del 1656) e dalle ricorrenti carestie (1764). L’amministrazione del paese era affidata ad un governatore, nominato dal principe feudatario, e affiancato da un consiglio della Comunità costituito da “un huomo a foco” (un uomo per ogni famiglia).
L’esercizio del potere era regolato dallo Statuto Comunale, confermato dal principe nel periodo successivo alla pace di Cave (1557).

Durante i secoli XVII e XVIII si costituirono importanti istituzioni pubbliche come il Monte Frumentario, la scuola, la condotta medica, le opere pie. La limitata economia locale, basata soprattutto su agricoltura e pastorizia, di volta in volta dovette far fronte, oltre ai bisogni della comunità, ai ricorrenti tributi e balzelli imposti sia dal principe feudatario, sia dalla Camera Apostolica.

Il lungo periodo di pace fu interrotto nel 1799 dalle vicende napoleoniche. Il paese fu investito, insieme con Piglio e Paliano, dall’esercito francese del gen. Championnet, che sottopose il territorio a saccheggi e devastazioni.

La restaurazione dei 1815 portò ad un generale riordino sia legislativo che amministrativo; furono aboliti gli statuti municipali e i privilegi feudali. Il paese, insieme con Piglio e Paliano venne incluso nel distretto di Tivoli, compreso nella comarca di Roma.

Pur toccato dai moti garibaldini del 1849 (Garibaldi a Piglio) e del 1867 (tentativi di liberare i prigionieri politici dal carcere di Paliano), il paese visse tranquillo fino all’unificazione del 1870 che portò Serrone a far parte del Mandamento di Paliano, circondario di Frosinone, provincia di Roma.

Nel 1927 fu definitivamente incluso nella neocostituita provincia di Frosinone.

TERRITORIO
Il territorio del Comune di Serrone si sviluppa su di un’area che va dai 300 mt. di altezza ai 1.400 mt. della cima del Monte Scalambra (Madonna della Pace). Ne consegue una particolare distribuzione delle attività che vi si svolgono.
Nelle zone più pianeggianti, oltre alla coltivazione di numerosi prodotti agricoli, predomina la coltura della vite, da cui si estrae il famoso Vino Cesanese. Salendo di quota il paesaggio viene invece dominato da migliaia di alberi di olivo, dai quali si ricava un olio extravergine di eccellente qualità.
Proseguendo ancora verso l’alto, e allungandosi lo splendido panorama, è possibile trovare alberghi e ristoranti che offrono al turista un menù ricco di antichi sapori, pace ed un ambiente incontaminato.
Sul Monte Scalambra l’attività maggiormente praticata è lo sport del parapendio. Da non dimenticare sono le numerose attività artigianali presenti sul territorio, quali la lavorazione del legno, del ferro e del marmo.

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